Onora il padre o la madre
Piero Salis, da tutti era chiamato Clark, per via della somiglianza con l’attore Clark Gable.
Dopo aver passato gli anni della seconda guerra mondiale come ‘attendente’ del capitano Borghi, nel novembre del 1945, da Arzachena, era partito per Monza.
Finito il conflitto, non se l’era sentita di riprendere l’attività di barbiere, interrotta, prima per il servizio militare di leva e poi, quando era stato richiamato per i cinque anni della guerra.
La provata affidabilità del trentenne sardo, aveva convinto l’ufficiale a sollecitarne l’impiego come maggiordomo presso gli anziani genitori nella loro villa a confine con il parco della villa reale e dell’autodromo.
Il generale in pensione, Ernesto Borghi e la moglie Marta, erano amici dei loro parigrado, Vincenzo e Rosa Mariani che risiedevano sulle pendici del monte Brè di fronte a Lugano.
Durante una trasferta proprio nella città sulle rive del Ceresio - dove aveva accompagnato, come chauffeur, gli anziani coniugi per una visita di cortesia - nel suo bighellonare per la città, libero da impegni - si erano conosciuti con Rachel Krüger, una ragazza ticinese.
Dopo una intensa corrispondenza e qualche visita sporadica a Lugano, era nata una simpatica amicizia, sfociata in amore e nel matrimonio riparatore, per la nascita di Noemi.
La paternità attribuita da Rachel a Clark, era stata accolta con gioia anche di fronte a un dubbio mai sciolto.
Leo, era stato il fidanzato di Rachel sino al giorno del loro incontro sul lungolago.
Non era ben chiaro quando e se - malgrado la solenne dichiarazione della donna, di aver troncato il rapporto in concomitanza con il loro primo incontro - non ci fossero stati contatti chiarificatori o chissà cos’altro.
Noemi non sarà mai accettata dalla madre proprio in virtù dello stesso dubbio, mentre Clark crescerà, da solo, la figlia con infinito amore e senza remore.
Ormai settantacinquenne, scoppierà a ridere del tempo, passato a recriminare su concezioni fasulle, legate a opinioni inculcate da una società civile, che tende a dare più importanza a un fuggevole atto sessuale piuttosto che una vita spesa a donare amore.